seconda gravidanza

L’arrivo della mia seconda gravidanza

E’ tanto che non scrivo su queste pagine e sono qui a raccontarvi una parte della mia vita, quella che vede come protagonista la mia seconda gravidanza.

Non vuole essere un articolo informativo, ma semplicemente uno spazio in cui voglio raccontarmi e lasciare traccia di questi mesi. Se vi dicessi che non so da che parte iniziare a raccontare questo viaggio?

E’ stato voluto. Atteso. Cercato. E’ nato prima nel cuore, poi nella testa e infine nel mio grembo in una notte di inizio settembre. Settembre, il mese che per me ha sempre significato tutto: l’inizio dell’anno, il mio compleanno, il mese in cui ho detto sì all’amore della mia vita, il mese in cui sono diventata mamma per la prima volta. Ecco, mai avrei immaginato che avrebbe potuto accogliere anche un nuovo miracolo, una seconda gravidanza, una nuova vita. La mia seconda bimba, quella che fin da prima di avere la certezza di essere incinta io sapevo essere una Lei.

Come vivere l’attesa di un miracolo così bello?

Sono certa che se non lo scrivessi qui presto o tardi mi dimenticherei di come sono stati i mesi in cui il sogno voleva diventare realtà, ma “il mio corpo non funzionava”. Quante volte l’ho disgraziatamente ripetuta questa frase.

Non è stato facile, mai fare l’errore di pensarlo. Perchè anche se una coppia apparentemente trova subito la strada per la genitorialità, non è detto che ciò che è venuto prima non sia traumatico e difficile. Senza entrare nei dettagli, io ho vissuto in salita la mia fertilità: dalla diagnosi di amenorrea ipotalamica, al “signorina, lei non potrà mai essere madre naturalmente”, alle lotte, alle prime ovulazioni sentite forti, al primo test di gravidanza positivo.

Dopo aver vissuto tutte queste salite, dopo aver versato litri di lacrime, nonostante avessi una bambina sorridente accanto io avevo costantemente la paura di dover rivivere tutto ciò. Da capo.

Era maggio, Aurora aveva da poco compiuto 9 mesi, io attendevo segnali di ripresa di ciclicità. Che non arrivava. Anzi, sentivo il mio corpo molto provato dall’allattamento e dalle fatiche che stavo facendo per incastrare l’essere Francesca all’essere una dietista all’essere moglie e all’essere anche mamma di Aurora. Nutrivo la paura.

“Ecco il mio corpo non funziona”

E volevamo con tutto il cuore dare una sorellina o un fratellino ad Aurora, senza aspettare troppo, senza -come dice mio marito- uscire dal tunnel dei primi anni.

E poi iniziano arrivare i commenti più indiscreti e taglienti:

“Lo diamo un fratellino a questa bimba?”
“Non è ora di fare il secondo ora che sei ancora giovane?”
” Tizia è incinta del secondo, tu la segui a ruota?”

Ma anche frasi come “No aspetta, se fate un secondo figlio ora toglierai l’amore ad Aurora”.

A giugno è stato provvidenziale iniziare il percorso di yoga e sacro femminile: Beatrice attraverso la sua scuola, il suo Spazio Yoga al femminile, ha saputo aiutarmi a ritrovare il respiro, a prendermi tempo e soprattutto a ricercare e ricreare quello spazio fertile dentro di me.

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Il miracolo della vita

Cuoricina ha iniziato a battere dentro di me a settembre, dopo un’estate vissuta a pieno e dopo aver aperto il cuore al “verrà a trovarci quando saremo pronti”.

Il capoparto non si era ancora fatto vedere, ma Aurora si era autonomamente staccata dal seno da qualche settimana.  Nutrivo la speranza che, senza allattamento in corso, il mio corpo avrebbe saputo cosa fare. Sentivo di essere sulla strada giusta per tornare a vivere la mia ciclicità e, poi, un nuovo viaggio di vita.

Ero pronta ad aspettare ancora mesi, per dare ancora tempo al mio corpo di riprendersi, di ritrovare il suo andamento, di tornare a conoscere i miei ormoni e i loro segnali. Ma Cuoricina ha deciso di non avere tutto questo tempo e mi ha riempita, mi ha fatto diventare mamma una seconda volta.

Molte di voi, sapendo che non avevo avuto il capoparto, mi hanno chiesto come ho fatto a capire di essere incinta, cosa mi ha spinto a fare il test. E quando rispondo sembra quasi impossibile. Mi sono svegliata la mattina del mio trentesimo compleanno con una frase in testa: “sei mamma, ancora”. Arrivava dalla pancia, era una sensazione di calore e di pienezza che faccio fatica a descrivere. Ma è così che decisi di fare il test, con Aurora che giocava sul tappetino del bagno: due lineette, lacrime strozzate in gola. La meraviglia della vita che ti sorprende. Ho scoperto solo pochi giorni più tardi (dopo ripetuti test di betaHcg che si alzavano, ma partendo da un valore davvero basso…) che con ogni probabilità ho fatto quel test il primo giorno rilevabile. Ho sentito il mio corpo urlare così forte? Anche io stentavo a crederci!

I primi mesi di questa mia seconda gravidanza

Li ricordo come i più difficili di tutto questo viaggio per via delle nausee che erano davvero forti. Come con la gravidanza di Aurora si intensificavano nel pomeriggio, ma molto spesso mi è capitato di svegliarmi già con la sensazione di nausea. La stanchezza, mi dicevo. D’altronde avevo una bambina di 13-15 mesi che aveva bisogno di attenzioni, di presenza costante. Capitava si svegliasse ancora di notte, che il pomeriggio facesse pisolini molto brevi, che volesse stare in braccio (o nel marsupio) a lungo. Oltretutto in quel periodo si è ammalata prendendo il famoso VRS (virus respiratorio sinciziale) che, nel suo caso, non è stato particolarmente invalidante, ma le ha fatto perdere due mesi di nido. Lei a casa non in forze, io a casa non in forze. Molti giorni facevo fatica ad arrivare a sera senza trascinarmi.

La cosa che ho fatto più fatica a fare è stato prepararle da mangiare. A pranzo ancora ancora, ma a cena….no comment! Anche la sua alimentazione ne ha risentito, povera! Non riuscivo a prepararle neppure la verdura al vapore perchè il solo odore mi nauseava e anche per prepararle della pasta, l’odore di amido mi pareva la cosa più insopportabile del mondo. Per fortuna ho avuto molto l’aiuto di mia mamma e di mio marito, quando riusciva a tornare.

Anche la mia alimentazione ne ha risentito moltissimo: niente verdure (solo carote e finocchi crudi), poca frutta (solo ananas e arance), niente pesce, niente legumi. Solo riso, pasta, mozzarella e tanta voglia di pane e focaccia. Un tripudio di carboidrati! Ma come vi avevo raccontato in questo articolo, il primo trimestre è puro adattamento. Il corpo va ascoltato e assecondato.

Era Natale quando ho ripreso a stare meglio, quando il pancino ha iniziato a farsi vedere e il cielo ha iniziato a rasserenarsi.

Come ha vissuto Aurora il pancione?

A Natale Silvia (@langolo_di_sole) ci ha regalato un bellissimo silent book sull’arrivo di un fratellino: “E questa Pancia?”. Aurora ama i libri, quindi per noi è stato facile leggerlo insieme e vedere insieme come reagiva alla storia e al pancione che aumentava sempre più. Ho iniziato a invitarla a dare una carezza alla sorellina e poi a chiederle se le andava di darle anche dei bacini. Lei lo fa e ho dei video dolcissimi che riprendono questi momenti.

Ogni giorno le racconto cosa sta succedendo e piano piano sta assistendo a dei cambiamenti: ha visto spuntare un lettino nella sua cameretta, ha visto una scatola con dentro dei vestitini piccolini, abbiamo scelto insieme un paio di giochini e un libricino in bianco e nero. Le racconto cosa potrà fare con la sorellina e lei mi ascolta.

La nostra ostetrica, Roberta, mi ha anche consigliato una piccola attività da fare ripetutamente con lei, per farle capire come sarà l’evoluzione delle cose. Mi ha detto di raccogliere qualche foto di me con il pancione, di quando aspettavo Aurora, dai primi mesi fino alla fine della gravidanza, quando la pancia era visibilmente grande. E poi unire anche delle foto di Aurora appena nata, ma solo quelle in cui è tenuta in braccio da me o dal papà o è tenuta in fascia, magari nella stessa fascia che userò ora. Ho raccolto e stampato queste foto, messe in ordine cronologico e ci ho fatto un piccolo album che ora si trova nella sua libreria. Spesso lei va li, lo prende, lo sfoglia e a suon di “mamma”, “io”, “papà” le racconto cosa era successo con lei e cosa sta succedendo ora.

Non so se sarà pronta, probabilmente no, ma questo è il nostro modo migliore per prepararla.

Ah, giusto: ha anche una bambola ora, la sua prima bambola! Gliel’abbiamo portata a casa dal nostro weekend toscano e ogni giorno vedo piccoli gesti che lei fa per prendersi cura di lei: le da da mangiare il suo panino, l’accarezza e la mette a fare la nanna, le offre anche il suo ciuccio!! La nostra bambolina è questa e si chiama Polly.

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Verso la fine della seconda gravidanza e le regressioni di Aurora

Mentre sto scrivendo sta scorrendo sul calendario la 35a settimana di questo viaggio ormai arrivato agli sgoccioli. Me l’avevano detto che la seconda gravidanza, quando c’è un altro piccolo in casa, vola veloce.

Non ci volevo credere, ma ho dovuto appurare che non c’è verità “peggiore”. Guardarmi indietro e realizzare di aver dedicato così poco tempo a questo pancione in crescita un po’ fa male, ma non per questo è stata una gravidanza vissuta con meno consapevolezza. Ho sicuramente avuto meno tempo per fermarmi e ascoltare il mio corpo cambiare, la mia bambina muoversi e le stagioni passare.

Aurora ha compiuto 18 mesi a marzo e la famosa regressione è arrivata come un tornado. Improvvisamente ha iniziato a richiedere molte più attenzioni sia durante le ore di giochi, sia nella fase di addormentamento e anche di notte. Credo di aver passato le due o tre notti peggiori da quando è nata in questo periodo, il che mi fa dire che sono fortunata…ma che fatica con il pancione! Non so dire esattamente se è questa regressione, se è un anticipo dei terrible two (già, siamo in fase di piena autoaffermazione e di esplorazione dei suoi limiti) o di consapevolezza da parte sua che qualcosa sta cambiando, che la sua mamma non può essere tutta sua.

E mi chiama a ripetizione e a ogni volta fa male quando non posso esserci, quando fisicamente non posso prenderla in braccio, quando piange mentre il papà cerca di addormentarla nella camera accanto. Fa male, dannatamente male. Sì, molte volte mi sono trovata a piangere con lei in braccio che piangeva. Ho pianto per la stanchezza, per la paura di non farcela, per le parole di accoglienza che forse in quel momento avrei voluto. Ho pianto e piango anche ora sulla tastiera del computer…maledetti ormoni!

Ma ogni sera le ripeto una cosa. Le ripeto che sì, sta arrivando una tempesta anche per lei, che sta arrivando una persona nuova a riempire questa casa, ma non per questo l’amore della mamma mancherà. Lei resta sempre e comunque la mia prima cosa bella.

E’ un momento emotivamente difficile, ma so di avere la forza, di averla tutta dentro di me. Nasce e cresce con le mie figlie, ogni giorno.

Cose fatte per me in questa seconda gravidanza che mi hanno fatto bene

Ci sono cose che in questi mesi mi sono potuta concedere e che mi hanno fatto bene: mi hanno permesso di fermare il tempo e di godermi ciò che stava succedendo attorno a me. Vi faccio qualche esempio, così che magari possa aiutare anche voi:

  • Mi sono regalata un massaggio maternity presso lo Studio Bianco: Silvia è stata magica in ogni suo tocco
  • Le lezioni di yoga con la mia cara Francesca sono state toccasana: mi hanno accompagnata dalle ultime nausee fino al gestire una Cuoricina molto bassa e ora stiamo vedendo le posizioni migliori per travaglio e parto
  • Il ritiro di yoga con Beatrice e le altre meravigliose donne del cerchio è stata una boccata d’ossigeno e ha portato a galla molte cose di me
  • I cappucci da sola o in compagnia di qualche amica una volta lasciata Aurora al nido
  • I giri a piedi o in bici nelle prime giornate di primavera, con Aurora che raccoglieva margherite
  • Aver dedicato un po’ di tempo alla mia creatività: ho colorato una libreria, ricamato diverse cosine, preparato la scatola dei ricordi. Grazie Ilaria per tutti questi consigli!
  • Spalmarmi l’olio sulla pancia ogni sera, soprattutto quando ho provato questo
  • La cloche di fiori (ovviamente rosa) durante un workshop tenuto da Letizia dei Fiori, per l’addio al nubilato di un’amica
  • Il corso di calligrafia di Chiara, tenuto da La Bussandri: vediamo se riuscirò a combinare qualcosa
  • Le torte che da quando mi sono messa in maternità ho iniziato a sfornare
  • Il weekend tra i colli toscani, perchè la Toscana guarisce ogni cicatrice

E con questo credo di avervi raccontato il più possibile di questi mesi, della mia seconda gravidanza, di questa assenza, di questo bisogno di introspezione e calore di me e noi.

Alla prossima, con il racconto di quello che sarà.

F.

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