Fame emotiva e l’arte quando diventa terapeutica
In questo momento storico, in cui siamo a casa, uno dei problemi che si sta risvegliando è quello della fame emotiva. Con il cibo sempre a disposizione, la noia e le preoccupazioni dettate dalla situazione non facile, viene naturale aver voglia di mangiare di più, ad ogni ora del giorno.
Quando in studio arrivano pazienti che mi chiedono “come affrontare la fame emotiva o nervosa?”, io non mi limito a dare suggerimenti alimentari, ma vado oltre.
Innanzitutto fermati, ascoltati, respira e cerca di capire se la fame che senti è vera fame (la senti a livello dello stomaco) o solo fame per gola o semplice voglia di mangiare (la senti nella lingua, nel palato, nella testa). Fare qualche respiro consapevole aiuta ad aumentare la consapevolezza di sé e del proprio corpo: se non sapete come fare scaricate qualche esercizio di Mindfulness.
E poi consiglio sempre di distrarsi, cercando di non pensare a quei biscotti che sono nascosti nella dispensa e di farlo “usando le mani”. Non stando sul divano a leggere o a guardare una serie TV. Se le mani sono occupate nel creare qualcosa che vi porti soddisfazioni, anche la mente sarà più serena.
Indice dei contenuti
Trucchetti alimentari per far fronte alla fame emotiva
Come poter affrontare la fame emotiva dal punto di vista alimentare?
- Iniziare facendo tre pasti completi (colazione, pranzo, cena) e pianificando due spuntini
- Anticipare la fame: se sapete che alle 18:00 arriva il momento critico, alle 17:00 fate uno spuntino con della frutta fresca e della frutta secca oppure uno yogurt con dei frutti di bosco
- Fare pulizia della dispensa, limitando gli alimenti che vi creerebbero più difficoltà nel resistergli
- Prepararsi una tisana o dell’acqua aromatizzata da sorseggiare con calma
- Lavorare in una stanza che non sia la cucina, se possibile
- Se la fame nervosa arriva nel momento della preparazione del pasto preparati un pinzimonio di verdure crude da sgranocchiare
- La fame nervosa si placa con alimenti croccanti: sì a una bella mela mangiata a spicchi sottili, magari con un po’ di cannella, no a budini, creme, gelati…
La fame nervosa però è maggiormente legata a specifici stati emotivi (ansia, preoccupazione, tristezza, sconforto..) che spesso non sappiamo riconoscere e a cui facciamo fatica a dare un nome. Ma riconoscere come stiamo è il primo passo per affrontare la fame emotiva.
Ne ho parlato con Ilaria Marracci, arteterapeuta, che ogni settimana ci fornisce preziosi consigli per dare colori alle emozioni e creare piccole opere d’arte.
Mi fermo respiro e creo: parola all’arteterapeuta
“Che bello!” E’ la prima affermazione di ogni bambino, adolescente o adulto che entra nel mio studio. I disegni alle pareti, i barattoli con i pennelli, i contenitori con le tempere, i grandi rotoli di carta, i lavori in creta sul mobile accanto alla porta… credo che sia questo che suscita quella prima bellissima e spontanea reazione. Poi dopo pochi minuti eccola lì, la razionalità che prende il sopravvento, il timore e quella frase onnipresente
“Però io non so disegnare”. L’arte è di tutti, l’arte è un linguaggio universale e chiunque, nel rispetto dei propri limiti e grazie alle proprie potenzialità, può fare arte. L’arte è benessere, è respiro, è concentrazione, è liberazione, è improvvisazione, è raccontarsi. L’arte sono mani che lavorano e creano quello che le parole non riescono a dire e che il cuore spesso già conosce da tempo.
Non abbiate paura, paura di sbagliare, di non essere all’altezza o paura di riprendere in mano dei colori; l’arte non è da bambini, scarabocchiare non è da bambini, dare un colore alle proprie emozioni non ha niente di infantile.
Quali materiali?
Poche cose, da tenere in casa, in una scatola solo vostra.
- pennarelli: potete tranquillamente utilizzarli ma ricordate che il pennarello è impersonale, la pesantezza del tratto del pennarello non cambia da persona a persona, non si modifica con il vostro respiro, non è un materiale morbido che permette movimenti fluidi del braccio.
- matite: sono morbide, sono per loro stessa natura tranquillizzanti.
- acquerelli: si adattano alla vostra personalità e al vostro sentire. Possono essere più leggeri e acquosi nei momenti di maggiore leggerezza, ma anche più materici e densi nei momenti emotivamente più forti, nelle giornate più impegnative, nel boom delle sensazioni più irruente.
- tempere: è sufficiente procurarsi piccoli tubetti di colori primari. I colori secondari e le infinite sfumature di colore nascono da sole, assecondando la vostra fantasia.
- pastelli: avete bisogno di materiali morbidi, il movimento del braccio e di conseguenza il tratto spalla – collo deve essere sempre rilassato. Cercate di prediligere i colori a olio, scivolano meglio, sono brillanti e estremamente corposi.
- forbici
- colla
- qualche foglio di varie grandezze, colori, spessori (vanno benissimo anche piccoli scarti)
Creare cosa?
Vi propongo alcune semplici attività artistiche che potete fare in qualsiasi momento: mentre bevete una bella tisana, quando i bambini riposano e in casa regna per un po’ il silenzio, mentre ascoltate una canzone che amate, nell’attesa che la maschera di bellezza che avete sul viso faccia effetto. Ogni momento è il momento.
Immagini fra gli scarabocchi
Procuratevi un foglio e un pennarello nero, fate scarabocchi causali. Non c’è limite al numero di scarabocchi, non c’è regola per la loro direzione. Scarabocchiate, sfogatevi, liberatevi. Poi cominciate a guardare il vostro lavoro, giratelo fra le mani, cambiate posizione e angolazione finché non riuscirete a vedere delle immagini fra quelli scarabocchi. Colorate le immagini, vedrete che ne appariranno sempre di più e scoprirete che quelle figure raccontano qualcosa di voi, del vostro sentire, dei vostri interessi e dei vostri desideri.
Che colore hanno le tue emozioni e dove le senti?
Fermatevi, respirate e mettetevi in ascolto attivo di voi stessi. Disegnate la sagoma di un corpo con un pennarello nero o con un lapis, cercate di dare un nome alle emozioni più forti che sentite in questo momento, date un colore alle vostre emozioni e posizionatele dove si fanno sentire maggiormente nel vostro corpo. Non ci sono errori, tutte le emozioni vanno bene, tutti i colori vanno bene e le emozioni si possono sentire in ogni parte del corpo. Nel cuore e nella testa certo ma anche nella pancia, nelle mani, nelle braccia, nelle gambe … Conoscersi in questo senso aiuta, dare un nome a quello che sentiamo spesso è rassicurante.
Mi scrivo una poesia
Troviamo tempo per dedicarci a tutto e tutti ma spesso la persona che trascuriamo maggiormente siamo proprio noi stessi, dedicarsi attenzioni e pensieri positivi non è narcisismo, non è egoismo, è sano amor proprio che si riversa poi anche su tutte le persone che ci circondano. Provate a dedicarvi un pensiero, una piccola poesia, una coccola fatta di parole. Recuperate un po’ di vecchie pagine di schede, volantini, quotidiani e riviste che avete in casa; selezionate le parole che vi colpiscono di più e ritagliatele, poi cercate i ganci (articoli e preposizioni) che possano legare insieme le parole e dare un senso alla vostra frase. Infine incollate e se volete colorate le parole più significative.
Cancellature
“Lascia l’apparenza e prendi il senso” cantava Biagio Antonacci. Anche l’arte può insegnarci qualcosa su questo tema: strappate una pagina di un giornale o di un vecchio libro, non soffermatevi sulle frasi e sul racconto ma solo sulle parole che vi colpiscono di più. Con un grosso pennarello nero cancellate tutte le altre, togliete il superfluo, tenete solo quello che in quel preciso momento vi arriva al cuore e vi rispecchia, infine colorate queste parole.
Queste sono idee semplici, si realizzano con pochissimi materiali, non richiedono molto tempo, solo un piccolo spazio tutto vostro nell’arco della giornata. Prendetevi tempo, respirate, create e custodite questi piccoli grandi doni che fate a voi stesse.
Potete trovare queste e molte altre idee salvate su Instagram con l’hashtag #mifermorespiroecreo.
Non puoi possedere il tempo ma puoi usarlo
Non puoi conservare il tempo ma puoi spenderlo.
Harvey MacKay
F.
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